Pietre (1952-1956)

Fontana chiamava “Pietre” i frammenti di pasta di vetro che apponeva direttamente sulla tela di supporto delle opere pittoriche. La superficie della tela era ricoperta di colore ad olio o, eccezionalmente, ad anilina, che veniva steso per campiture spesse percorse da costellazioni di buchi. Le pietre apposte sulla superficie bucata creano un’ulteriore dimensione spaziale sottintesa: sporgono contrapponendosi allo sfondamento provocato dai buchi e aprono nuove vie di immaginazione.

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